Le vie carovaniere erano le antiche arterie commerciali che attraversavano Sahara. Per lungo tempo (dal VIII secolo fino alla fine del XVI ) furono gli unici itinerari di comunicazione via terra tra i paesi Mediterranei e l'Africa occidentale.
Ad esempio, in Ghana, l'espansione dell'Impero, incentrato su quella che è oggi la Mauritania del sud, fu contemporaneo all'aumento del commercio trans-saharaiano. Le economie mediterranee necessitavano di oro ma potevano dare in cambio sale, mentre i paesi dell'Africa occidentale avevano abbondanza di oro e bisogno di sale. Oro e sale, le leve dello sviluppo.
Un'altra questione - ahimè - importante per l'epoca era il triste commercio di schiavi che faceva sì che un grande numero di africani fosse mandato verso nord, per svolgere il lavoro di servi. Dai paesi dell'Africa occidentale arrivavano soprattutto schiavi soldato, ma, passate l'espressione, altamente qualificati.
Nel tempo, poi, molte delle vie commerciali diventarono istituzionalizzate: probabilmente la più importante finiva a Sigilmassa e Ifriqua nel territorio dell'attuale Marocco settentrionale. In quei luoghi e in altre città del Nordafrica, i commercianti berberi aumentarono i loro contatti con l'Islam, incoraggiando le conversioni religiose: già dall'VIII secolo i musulmani viaggiavano verso il Ghana. Allora molte persone in Ghana si convertirono all'Islam e l'obiettivo religioso rimaneva comunque uno dei principali del commercio dell'Impero. Attorno al 1050, il Ghana conquistò Audaghost, ma nuove miniere d'oro attorno a Bure ridussero i commerci che passavano attraverso la città, beneficiando invece i Soso, che successivamente fondarono l'Impero Mali.
Come il Ghana, il Mali era un regno musulmano, e sotto di esso, il commercio oro-sale proseguì. Altri beni di commercio meno importanti erano le noci di cola provenienti da sud e, spesso, come moneta, veniveno usate perline di vetro e conchiglie di ciprea dal nord.
Importanti centri di commercio nella parte meridionale dell'Africa occidentale si svilupparono nella zona di transizione tra la foresta e la savana; fra queste ricordiamo Begho e Bono Manso (nell'attuale Ghana ) e Bondoukou (nell'odierna Costa d'Avorio ). Le vie commerciali occidentali continuarono ad essere importanti con Ouadane, Oualata e Chinguetti come maggiori centri di scambio in quella che oggi è la Mauritania, mentre le città Tuareg di Assodé e successivamente di Agadez crebbero su una via più orientale nell'odierno Niger.
I viaggi dei portoghesi attorno alla costa occidentale dell'Africa aprirono nuove rotte commerciali fra Europa ed Africa occidentale via mare. Entro la prima metà del XVI secolo, per la presenza delle basi europee sulla costa ed il commercio con questi ricchi commercianti, il commercio via mare divenne di prima importanza per l'Africa occidentale. Non solo il Nordafrica aveva subito un declino sia politico che economico ma anche le rotte trans-sahariane rimanevano lunghe e rischiose. (Il maggior colpo alle rotte commerciali del maggior deserto del pianeta fu però dovuto alla guerre marocchine degli anni 1591-2.)
Ma, anche se di molto ridotto, il commercio trans-sahariano continuò in alternativa a quello lungo la costa occidentale .
Con l'indipendenza delle nazioni dell'area negli anni 1960, le rotte nord-sud furono interrotte dai confini dei vari paesi ma vennero anche favorite e sostenute dai governi per arginare il nazionalismo Tuareg. La ribellione Tuareg degli anni novanta e la guerra civile algerina misero ulteriormente in crisi le vie commerciali trans-sahariane, con molte rotte definitivamente chiuse.
Il Sahara oggi è attraversato da alcune strade asfaltate percorse da pochi camion che trasportano soprattutto idrocarburi e - ancora, come allora! - sale. Le tradizionali vie carovaniere sono prive di traffico di cammelli; alcune delle vie più brevi da Agadez a Bilma e da Timbuktu a Taoudenni sono tuttavia usate, per quanto marginalmente. Alcuni Tuareg fanno ancora uso delle vie tradizionali, spesso percorrendo più di duemilacinquecento chilometri in circa sei mesi per commerciare sale con i cammelli partendo dall'interno fino al limitare del deserto.
Nel 2001 National Geographic Africa mandò in onda un'interessante serie sulle rotte carovaniere, suddivisa in episodi: nel numero 2, intitolato Odissea del deserto segue una tribù Tuareg attraverso il Sahara per sei mesi a cammello).
L’AZALAÏ (carovana del sale) unisce Timbuktu alle miniere di Taudenni.
Nel centro del Sahara dove delle linee dritte tracciano le ipotetiche frontiere fra Mali, Algeria e Mauritania, dividendo il vuoto dal vuoto, é situata Taudenni. In questa dimenticata terra di nessuno ben poco é cambiato dal 16° secolo. Le stesse carovane di cammelli giungono da Timbuktu per caricare l’oro bianco che ha reso ricca e famosa Timbuktu. Il lavoro di scavo é sempre eseguito dagli Harratines, gli schiavi neri degli arabi, nello stesso modo e con gli stessi utensili di molti secoli fa; come allora il lavoro si svolge sotto il sole e gli Harratines abitano in capanne costruite in blocchi di sale, a Taudenni tutto é sale, ed anche l’acqua é salmastra.
L’Azalaï di Taudenni é la più importante delle carovane del Sahara, la più pericolosa e la più dura a causa della lunghezza e della difficoltà del percorso, proprio per questo, la meno conosciuta. Rari sono gli stranieri che vi si sono avventurati, l’esploratore francese René Caillé ne lascia una vivida descrizione nel ‘’Viaggio a Timbuktu’’ scritto nel 1828. L’Azalaï é composto da due viaggi per un totale di circa 1.600 Km in cui gli uomini marciano a piedi per non affaticare i cammelli. Al ritorno ogni cammello sarà caricato con quattro barre di sale pesanti in totale 30/40 Kg.
Ogni carovana é composta da un numero di cammelli che va da 50 a 200 capi.
Taudenni é stato lungamente il ‘’sogno proibito’’ di molti appassionati sahariani.
Questa regione é sempre stata ostile ad ogni penetrazione straniera a causa dei continui raid di Tuareg e Beduini mauri.
Dopo l’indipendenza, il Mali ha fatto di queste miniere un bagno penale per i detenuti politici, prigione tristemente famosa perché da essa non si faceva ritorno. Durante quegli anni era proibito agli occidentali l’accesso alla regione di Taudenni. Con la caduta del regime militare nel 1991 la prigione ha cessato di esistere, contemporaneamente il dilagare della rivolta Tuareg rendeva l’accesso in quei territori di nuovo impossibile. Solo da poco é finalmente possibile andarci, accompagnati da una guida locale, un cammelliere che conosce perfettamente il territorio ed i nomadi, ed é conosciuto e rispettato.
AZALAI, THE SALT CARAVAN
In the center of Sahara desert where the borders between Mali, Algeria and Mauritania are straight lines on the map and divide the empty from the empty there lies Taudeni. In these forgotten no-man’s lands nothing has change from the 16th century. The same camels caravans coming from Timbuktu the mysterious to find salt, called the white gold, that have made rich and famous Timbuktu, some old traditions say that during the middle-age salt was exchanged with gold at the same weight. The work of the Harratines, the black slave of the Arabs, is still done today with the simple tools that centuries ago and as before they are living in huts made of blocks of salt, and working under the sun into holes. As always, the only vehicles coming here to load the salt are the camels.
The Azalaï caravan is the last of the important Saharan caravans, through the most dangerous and hardest trek. Despite its importance It is the less known of the caravans because of difficulty of the way. Rare are the travelers that challenge it. One of them the French explorer René Caillié has lived Timbuktu by this mean in 1828, in his book ‘’Voyage à Timbuktu’’ the description of the Azalaï caravan is still vivid today.
The Azalaï is composed of two journeys one going with the camels and the second coming back with each camel loaded of 4 bars of salt whetting 80 pounds each.
The size of the caravan depends on the numbers of camels ranging from 50 up
to 200.
Each journey takes 500 miles, the caravaneers will walk for a total of 1000 miles in a period of 36 days, never riding the camels not to tire them.
The caravaneers belong to Arabic tribes originated centuries ago from south Morocco. They are specialized in the Saharan salt trade. The rich merchants of Timbuktu are also Arabic and they are the owners of the caravans.
This region has always been hostile to foreigners where raids of Tuaregs and Bedouins brigands were an every day risk. Taudenni has always been surrounded by mystery and legend and is still true nowadays. After the independence of Mali, the military rulers made of Taudenni a political prison from which the prisoners would never had come back. The place was not surprisingly forbidden to any foreigners. At the end of the military rule the prison was closed. The start of the Tuareg rebellion had brought a total insecurity in the region which had made impossible any travel until last year. We have studied the possibility to reach Taudeni in the traditional way and under the protection of the tribal chiefs.
We will follow the Azalaï traditional track during the period of the caravans. For this we will use private airplane, 4WD vehicles but specially camels to reach or to leave Taudeni with the salt caravan. We will live from the inside the experience of the caravan. The rhythm of the desert, day after day, night after night, in a sea of sand only oriented by stars. The dunes of Foum el Alba will be our meeting point for our vehicles and the camels. We have chosen this place which is the meting place of the salt caravans coming and going to Taudenni since centuries.
Negli anni passati, Transafrica ha compiuto una spedizione con National Geographic fino a Taudenni, terminal delle carovane del sale. Ecco il video:
http://news.nationalgeographic.com/news/2003/05/0528_030528_saltcaravan.html
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come sempre, informazioni interessanti e racconti ricchi di fascino.
RispondiEliminagrazie
f.
le carovane, i mitici uomini blu...mi avete fatto viaggiare stando alla scrivania. grazie!
RispondiEliminaceci
deserto , tuareg, carovane mi hanno fatto ricordare un bellissimo detto tuareg che lessi per caso in una sorta di breviario per nomadi: "Se vuoi nasconderti, vai nelle tue grandi città donde vieni. Qui, ciascuno è una visibile persona"
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